
Articolo scritto dal Dottoressa Isabella Cilli Medico Veterinario
Sono sempre più frequenti casi di patologie gastroenteriche croniche sia in medicina umana che in medicina veterinaria. Ogni giorno assistiamo ad un aumento esponenziale dell’incidenza di malattie infiammatorie croniche che colpiscono i diversi distretti dell’apparato digerente.
Nello specifico facciamo riferimento alla gestione terapeutica dei casi più complessi, di animali affetti da patologie infiammatorie responsabili di manifestazioni cliniche che persistono da diversi mesi.
La medicina allopatica per identificare queste patologie usa l’acronimo IBD (INFIAMMATORY BOWEL DISEASE) che raggruppa tutte quelle malattie croniche infiammatorie gastroenteriche a carattere idiopatico, caratterizzate dalla presenza di cellule infiammatorie (linfociti, plasmacellule, eosinofili, neutrofili) a livello mucosale. Si tratta di un’immunoreazione esagerata della mucosa intestinale probabilmente di origine multifattoriale.
Quali sono i sintomi più comuni?
- Vomito
- Diarrea
- Reflusso gastroesofageo
- Feci mucose
- Meteorismo e coliche
- Anoressia
- Irrequietezza e nervosismo
Qual è l’approccio terapeutico che ci offre la medicina allopatica?
Le terapie sono caratterizzate dall’uso di antibiotici e corticosteroidi ed alimentazione a base di prodotti industriali specifici. Alcuni animali rispondono immediatamente in modo positivo alla terapia, altri peggiorano, altri saranno sottoposti a terapie con corticosteroidi per lunghi periodi.
Ma al momento della sospensione della terapia è stato risolto il problema alla base o sono solo stati interrotti bruscamente i sintomi?
APPROCCIO OLISTICO
La medicina cinese, l’omeopatia e le altre branche della medicina alternativa, come ben sappiamo, partono dalla valutazione del paziente e dei suoi sintomi, concentrandosi quindi non sulla MALATTIA, ma sul MALATO, scegliendo terapie uniche e personalizzate.
Le cause scatenanti di queste patologie infiammatorie croniche possono essere: intolleranze alimentari, gestione alimentare non idonea, stress emotivi, intossicazioni, uso eccessivo di farmaci.
Nello specifico, il trattamento di queste patologie non può prescindere da un cambio alimentare, per cui per prima cosa è necessario creare una dieta basata sulla somministrazione di cibi freschi, introdotti gradualmente per valutare la risposta clinica.
La dieta si deve basare su una percentuale prevalente di proteine, una minima percentuale di fonte vegetale (frutta e verdura) e la totale eliminazione di grano e cereali (GRAIN FREE), tutto chiaramente da rapportare al singolo caso.
È importante rispettare la fisiologia e la digestione dei carnivori soprattutto in corso di patologie infiammatorie, per cui risulta utile eliminare cereali e grano in quanto questi possono alterare la permeabilità della parete intestinale.
Nei casi più cronici e complessi non basta il solo cambio alimentare, ma è necessario associare terapie e prodotti che ristabiliscano la flora microbica compromessa, specialmente dopo lunghe terapie antibiotiche.
Accanto al cambio alimentare l’uso di probiotici è fondamentale per una corretta gestione dell’IBD, dove per probiotici si intendono microrganismi VIVI e VITALI, in grado, quindi, di apportare benefici all’organismo. Questi ultimi devono arrivare inalterati nello stomaco, resistendo all’acidità gastrica, poiché il loro compito è quello di regolarizzare la flora intestinale, colonizzando l’intestino.
Oltre ai probiotici, possono essere d’aiuto prodotti a base di colostro bovinoliofilizzato, associati a piante quali la Morinda Citrofila (pianta originaria del sud-est asiatico), in quanto agiscono in sinergia stimolando il turn-over delle cellule dell’epitelio intestinale. La Morinda, meglio conosciuta come NONI, contiene vitamine A e C, oltre a potassio, zinco e magnesio e alcuni enzimi come la xeronina che favoriscono l’assorbimento dei nutrienti assunti con l’alimentazione.
MEDICINA CINESE
Nella medicina cinese è importante definire il pattern diagnostico per poter poi scegliere il giusto trattamento terapeutico basato su sedute di agopuntura e soprattutto sulla fitoterapia cinese.
Ricordando il ciclo dei cinque elementi, è il fegato con la sua energia a controllare la milza e lo stomaco. Il suo compito, secondo la fisiologia cinese, è quello di garantire il flusso del qi in tutto il corpo, in maniera ciclica e senza blocchi.
Gran parte delle patologie gastroenteriche e dei disturbi sopra citati si sviluppano da una condizione di ristagno dell’energia del fegato.
Le cause più comuni di questo ristagno sono stress emotivi, uso spropositato di farmaci, diete inappropriate, che possono provocare eccesso di energia nel fegato con compromissione della capacità digestiva.
CONSEGUENZE
- Lo stomaco non è più capace di sospingere verso il basso il bolo alimentare per cui possono comparire reflusso gastroesofageo, nausea o vomito
- Viene meno anche la capacità di trasformazione degli alimenti da parte della milza, ne consegue la comparsa di diarrea o alimenti non digeriti nelle feci
Il compito più importante è affidato alle erbe che potranno essere somministrate per lunghi periodi fino al completo controllo della sintomatologia e alla risoluzione del problema.
In alcuni casi, alla terapia con erbe cinesi, si può associare l’uso di piante officinali, quali il cardo mariano, la bardana e il tarassaco, in grado di rigenerare e di disintossicare il fegato, purificando il sangue e proteggendo le vie biliari.
La sinergia tra dieta, agopuntura e fitoterapia permette all’organismo di ripristinare l’equilibrio precedentemente compromesso e di modulare la risposta del sistema immunitario utilizzando un approccio terapeutico personalizzato per ogni paziente e privo di effetti collaterali.